foto di Daniela D'Andreamatteo
© 2020 MOOD Photography
I giorni sono tutti uguali.
Per alcuni c'è bisogno di scrivere, di fermare il tempo, di lasciare tracce visibili per ricordare, per non dimenticare.
La solitudine, la paura, l'incertezza di ciò che sarà, l'attesa di poter tornare a vivere di piccole cose, consapevoli che ogni giorno merita di essere vissuto fino all'ultimo.
Occhi che si perdono nel vuoto, lacrime represse, tenerezza di piccoli gesti.
Luisa Magliani
Alla natura non importa del virus, non importa di noi. Segue il suo ciclo e dopo l’inverno torna a sbocciare meravigliosa e piena di vita.
La mia speranza è che tutti noi potremo fare lo stesso un giorno o l’altro.
Ritornare a sbocciare.
Antonio Tartaglia
In questo tempo sospeso, isolati in queste mura, la paura ci domina e ci fa dimenticare di essere stati felici. Ma i momenti che ho catturato hanno lasciato un segno nel mio sguardo.
Occhi che si perdono nel vuoto, lacrime represse, tenerezza di piccoli gesti.
Martina D'Andreagiovanni
La natura ha sempre avuto un ruolo importante nella mia vita e in questo momento, dove le quattro mura domestiche sono diventate la nostra gabbia a tempo determinato, ho cercato spunti che mi riportassero fuori.
Cosi un cesto delle mele diventa la rappresentazione di un pic nic, le lenzuola blu mi riportano al mare e una tenda verde mi fa sdraiare su un prato.
Jessica Di Benedetto
Milena Squartecchia
Negli spazi non condivisi e nella solitutidine dell'isolamento, la tenerezza diventa un'idea o un gesto quotidiano a cui non ho mai dato troppa considerazione.
La tenerezza diventa paura.
E' la voglia di riabbracciare le persone care.
Di superare le distanze.
Di superare questo momento.
Antonio Iubatti
In questo periodo Dalia ha consolidato la sua empatia verso il mondo animale, spesso fronteggiando la durezza del predominio dell'uomo su di esso.
Tra gioco e consapevolezza, tra finzione e realtà, ha provato ad esorcizzare la segregazione di questi animali stabilendo con loro un nuovo possibile contatto, a volte andando oltre i limiti che i due habitat impongono.
Marco Di Vincenzo
L'uomo è un animale mutevole e non ci ha messo molto ad abituarsi all'isolamento sociale imposto da questa emergenza. Ma questa pausa globale ci ha dato anche la possibilità di fermarci e riflettere sul dove siamo arrivati e che direzione stiamo prendendo come esseri umani, con la speranza che possa segnare un'inversione di tendenza rispetto al prima; un ritorno alla "normalità" non dovrebbe essere così auspicabile.
Armando Milo
Può realmente cambiare tutto in cosí poco tempo?
Ho fatto questi scatti nel pieno della pandemia e del lockdown.
In un periodo storico di incertezza, smarrimento e timore generale.
Per questo ho dato al lavoro un tono di forte malinconia e lentezza.
Vivo la giornata di Antonella (mia moglie) in quarantena per le disposizioni del DPCM a fronte dell'emergenza COVID-19, la colgo nei suoi momenti, la sua quotidianità che seppur fatta di routine porta con se i segni di una condizione difficile alla quale ci stiamo abituando.
Thomas Posadinu
Cesare ha deciso di andarsene prima della pandemia, quando un ultimo saluto era ancora concesso e la morte aveva ancora dignità. Ha chiesto di essere cremato e disperso in mare, ma il giorno concordato è stato inghiottito dai divieti e dal distanziamento sociale. Giorni forzati di reclusione in cui la sua assenza è diventata tangibile proprio in virtù del rapporto che si era creato negli ultimi tempi. Non più nella sua casa, ma presente nella mia, dove ha deciso di sostare in attesa del più bel tuffo della sua vita.
Laura Quieti
Osservando casa e amore, ho conosciuto la tenerezza.
Nel bisogno di guardarmi dentro, ho scoperto terreni aridi e labirinti da percorrere. Ho scavato nella dolcezza della meraviglia.
La chiusura mi ha spalancato l'animo.
Giada De Santis
Giulia e Sofia, 13 anni, sono le mie figlie gemelle. Le ho sempre fotografate da quando sono nate, ma in questo periodo in cui tutto si è fermato, ed io non sono fuori regione per lavoro, è diventato paradossalmente più complicato. Spesso non vogliono, si sentono a disagio a mettersi in posa. Un po' perchè non si “aggiustano” come fanno abitualmente, ma soprattutto perchè sentono la mancanza delle loro amiche, del loro mondo. Dopo un primo periodo in cui restare a casa sembrava una vacanza, ora sono molto preoccupate. Spesso le trovo abbracciate. In questo momento di smarrimento hanno particolare bisogno di contatto tra loro. Più di prima.
Stefano Schirato
Ho cominciato a fotografare per esorcizzare questo periodo così surreale. Principalmente la staticità del momento e la noia. Questa clausura forzata in qualche modo mi ha dato accesso ad una parte di me presente, ma invisibile. Il silenzio intorno mi costringeva a sentirmi. Mi sono sentita inerme, piccola. Intanto nel qui ed ora io ed il mio compagno abbiamo piantato delle rose, abbiamo cominciato a prenderci cura del nostro giardino, non accorgendoci che anche esso si stava prendendo cura di noi.
Erika Secondino
Durante la quarantena ho passato giorni interi a osservare i miei figli giocare. Ho goduto in prima fila di sguardi meravigliosi, di giochi o litigi. Con la naturalezza che solo loro possiedono hanno allontanato le preoccupazioni di questo periodo. Senza pensarci troppo ho desiderato poter fermare questi momenti. Prendere la macchinetta non è stato immediato ma di lì a poco non mi è parso vero poter fotografare quasi H24. Paradossale ma vero, la paura del Covid-19 così non ci ha quasi nemmeno sfiorati.
Elisabetta Marcucci
Per me nulla o quasi è cambiato.
Nessun periodo di reclusione da quarantena.
Comtinuo a lavorarare duramente in questo momento, durante il quale ho anche realizzato un video per la TIM, a testimonianza di come lavoriamo.
Marco Dell'Elce
Ho rappresentato questo momento di sospensione come una mancanza di gravità, avvolta in un clima emotivo di attesa domestica. Allo stesso tempo ho vissuto la riscoperta dei particolari e dei piccoli gesti quotidiani che fno a ieri davamo per scontati.
Domenico Barlafante
In questi giorni di isolamento forzato tra le mura di casa abbiamo riscoperto valori e momenti di intimità che, a causa della frenetica vita giornaliera, avevamo completamente dimenticato. Fotografandoli, cerco di renderli indimenticabili.
Roberto Appignani
Mi sono persa in queste quattro mura e ho capito che l’affetto più sincero in questo momento si trova nella malinconia che provo nel non poter vivere questo isolamento con le persone con cui ho iniziato un nuovo periodo della mia vita: i miei coinquilini.
Francesca Florindi
L’urgenza è l’unico movente di questo progetto partorito di notte.
Mi sono fatto aiutare dalla mitologia, strumento a cui sono sempre stato affezionato.
Quando ho ideato questo lavoro ero al culmine della prima settimana di quarantena e lontano dalle zone rosse non potevo coprire la news. La mia famiglia in quel momento era l’unica cosa che aveva senso raccontare: uno scrigno da donare un giorno ai miei figli. Mi sono posto due condizioni per realizzare il tutto: creare un libro e condividere tutto il processo creativo. Pandora è il mio senso di urgenza, unica parola che abbia davvero valore.
Simone Cerio
Tenerezza è per me vederli qui, vicino a me, tra quattro mura… poterli guardare mentre giocano, mentre si annoiano, mentre fissano il soffitto in cerca di nuovi orizzonti oltre i quali volare via, almeno con la fantasia. Tenerezza è ascoltare le loro domande, quelle espresse e quelle tenute dentro, osservarli mentre si rincorrono sotto le coperte, mentre saltano sul lettone di mamma e papà o si tengono per mano per condividere tutto, anche la tristezza.
Per me la tenerezza porta il nome dei miei figli.
Alessandro Battista
In questo periodo mi capita di vivere emozioni contrastanti che generano immagini dai diversi significati, sovrapponendo una realtà personale alla realtà. Una miscela di stati d’animo, un’altalena di sentimenti. Questo è quanto ho riassunto fotograficamente dal mio puto di vista.
Alessandra Fattori
Quando ti fermi a pensare hai più tempo per guardare anche i piccoli gesti quotidiani. Prima non avresti notato che le cose che cucinavi avevano una estetica, adesso sì. Lo zafferano che ho utilizzato per una ricetta e che ho dovuto pestare per ridurlo in polvere ha dato vita a questo paesaggio.
Paola Merlino
Il timore per un nemico invisibile, l'importanza di un abbraccio, il desiderio di uscire ed il bisogno di ritagliarsi i propri spazi.
Durante questo periodo di quarantena il problema più grande non è stato tanto il virus, quanto il riuscire a convivere con tutto ciò che esso ha comportato.
Fabio D'Anniballe
La mia quarantena l'ho trascorsa in solitudine e le finestre restano nel ricordo di quei giorni come un luogo ricorrente. Da lì guardavo le case intorno, dalle finestre ho salutato i miei genitori, le tende aperte a fare entrare il silenzio della città e ad aspettare di tornare alla vita.
Simona Budassi
Il 24 marzo sarebbe stato il compleanno di mia madre e non potendo andare a portarle un fiore quel giorno ho scattato queste foto per ricordarla. Ricordare la sua bellezza e la dignità con la quale ha continuato a prendersi cura del suo aspetto, della sua immagine, nonostante la malattia.
Benedetta Di Tullio
Vivo questi giorni di isolamento con un’unica sicurezza: quella di non essere sola. Ho mia madre, e lei ha me. In futuro ripenseremo a questa fase della nostra vita come ad uno strano sogno, ma con la consapevolezza di esserci fatte luce a vicenda, con il privilegio di esserci sempre potute abbracciare.
Alessia Caputo
La tenerezza è la luce che filtra al mattino nella mia stanza, leggera, quasi gentile.
La tenerezza è mia madre, è il pensiero di lei a lavoro in ospedale, è la speranza di poter dire che tutto andrà bene.
Giulia Scarpetta
Improvvisamente ci siamo trovati reclusi in casa e, come accade nelle prigioni, abbiamo provato sulla nostra pelle che cosa significa la mancanza di libertà. Solo una cosa può continuare ad entrare liberamente nella nostra casa e nei nostri giardini: la luce del sole che rende più accettabile questa prigionia e illumina il buio che cerca di farsi strada nelle nostre menti.
Franco Di Peco
Vivo lontano dalla mia famiglia. Lontano da buona parte dei miei amici. Da quando è stato dichiarato il lockdown per l'Italia, come molti, ho iniziato a lavorare in smartworking.
L'isolamento ha ridotto i rapporti interpersonali giorno dopo giorno, aprendo ad una nuova quotidianità, fatta di incontri negati e gesti ripetuti tra le mura domestiche.
Il mo smartphone, con una cadenza quasi regolare, continua ad interrompere il lento incedere del tempo con messaggi e chiamate di chi vuole donarmi un attimo di leggerezza, trasmettendomi il proprio affetto. Ad ognuno di loro ho associato un colore diverso sul led di chiamata, così da poterli riconoscere prima ancora di accendere lo schermo.
Quella che vi presento è la cronistoria della mia giornata dal punto di vista del mio smartphone, che continua ad interrompere ed illuminare la mia quotidianità grazie a una parte di persone che stanno alleggerendo questa quarantena.
Giuseppe Cerratti
Attraverso una serie di immagini fotografiche, ho vissuto la tenerezza nelle sue molteplici forme, dalla tenerezza di chi rischia tutto per amore alla tenerezza di chi prova a guardare ancora nella stessa direzione. In questo specifico scatto si manifesta la tenerezza di chi, invece, ha il coraggio di cambiare prospettiva.
Roberta Di Luzio
Nella distanza, ti riscopro vicino. Uniti da un grande bisogno: esserci.
In un nuovo modo, per un nuovo mondo.
Michela Marinozzi
Paura, sospensione e speranza emergono fotografando la statica quotidianità e la ritualità che accompagnano la vita di un'anziana, in questo caso mia nonna, che da trent’anni mi vive accanto.
Valentino Terenzio
Ho posto l’attenzione sull’interazione tra genitori e figli, e tra figlio e figlio; sulle nuove dinamiche comportamentali dei componenti del nucleo. Sullo sfondo le difficoltà organizzative di una famiglia che, in quarantena, ha continuato il lavoro con due bimbi di cinque e tre anni.
Guido Luciani
Scegliendo questa foto ho voluto condividere la mia quotidianità, ma coglierne la tenerezza non è stato un semplice compito, in quanto sintesi dell'alternarsi di momenti di solitudine in contrapposizione ad occasioni di dolcezza, luoghi di separatezza e ricordi.
Chiara Giansante
Il lockdown ha ridisegnato i confini dei rapporti interpersonali e la sfera sessuale. Soprattutto in chi vive solo il desiderio, ha trovato nella masturbazione l’unica via d’uscita. Un modo per coccolarsi, conoscersi meglio, volersi bene.
Cristina Bozzelli
Uno spazio che si restringe improvvisamente fino a lasciarci soli. Soli con noi stessi.Un quotidiano che ci invita a prenderci cura di noi, dove ogni momento diventa un ascolto di sé, di ricerca. Un tempo che da “chronos” diventa “kairos”.
Roberto Ronca
Le mie coinquiline.
I loro ambienti.
Per raccontare come mia madre e la mia gatta vivono questa situazione anomala.
Da un lato chi la gestisce come un momento di riflessione personale e dall'altro chi..non si è accorto di nulla!
Daniela D'Andreamatteo
L'Italia ai tempi del Coronavirus, un paese diviso a metà, idealmente e fisicamente; diviso nel dolore e nella solitudine, nella speranza della vita e nella realtà della morte. Un tempo lento e inesorabile ha scandito il ritmo delle nostre vite, ha imposto un cambiamento estremo alle nostre abitudini, un'anomalia diventata poi quotidianità. Questo tempo ci ha fatto scoprire un paese nuovo, molto più vulnerabile ma anche molto più forte.
Fabio De Sandi
Tenerezza è: stringersi le mani, guardarsi dormire quando la casa ti protegge, notare la malinconia in uno sguardo, prepararsi ad uscire con il timore di sapere che non basta più solo la giacca.
Gabriele Tarantelli
La nostra casa, improvvisamente, è un luogo sicuro e necessario. Oggi osservo con occhi nuovi i momenti sereni che possono regalarci le persone che amiamo, e avverto la tenerezza anche nei piccoli riti quotidiani come il bagnetto, i compiti o la buonanotte dei miei figli, epicentro della mia stessa vita.
Ionela Matrella
La tenerezza tra le mura domestiche ai tempi del Covid - 19
Il virus chiude scuole, spazi e convivialità, ma dona un nuovo senso alle nostre relazioni, ecco perchè abbiamo pensato di coinvolgere la COMUNITÁ di MOOD su un nuovo progetto che parli di TENEREZZA, perchè vogliamo lasciare un segno in questo tempo e crediamo fortemente che l'unico modo per uscirne sia prendersi cura di se stessi, dell'altro, della famiglia.
alessandro battista
alessia caputo
antonio iubatti
fabio de sandi
benedetta di tullio
chiara giansante
cristina bozzelli
armando milo
domenico barlafante
elisabetta marcucci
erika secondino
fabio d'anniballe
francesca florindi
franco di peco
giada de santis
giulia scarpetta
antonio tartaglia
simone cerio
paola merlino
roberta di luzio
alessandra fattori
giuseppe cerratti
guido luciani
laura quieti
jessica di benedetto
ionela matrella
luisa magliani
marco dell'elce
marco di vincenzo
milena squartecchia
roberto appignani
roberto ronca
simona budassi
stefano schirato
thomas posadinu
valentino terenzio
gabriele tarantelli
daniela d'andreamatteo
martina d'andreagiovanni
michela marinozzi
foto di Franco Di Peco
Durante questo lockdown ho scoperto che Casa non è per me un posto dove proteggermi e nascondermi, non completamente. Guardandomi intorno ho cercato interpretazioni ai miei turbamenti, ho dato un nuovo significato ad oggetti che mi è sembrato portassero dentro di loro una sorta di previsione del futuro. I due manichini con le sfere-casco in testa sono in fondo al mio giardino da tempo ( poggiati o allestiti?), in questo periodo sono stati espressione dell’incertezza , della fissità, dell’isolamento e dell’atmosfera surreale che ho percepito intorno e dentro me.